Con il termine cibo-spazzatura (junk food) vengono indicati
quegli alimenti ad alto contenuto calorico ma di scarso valore nutrizionale,
quali merendine, snack, hamburger, hot dog, patate fritte, pizze, sandwich,
caramelle, bibite gassate e simili.
Sono caratterizzati dalla presenza di un’elevata quantità di
zuccheri, grassi, sodio, conservanti, additivi, mentre sono privi o quasi di
sali minerali, vitamine e fibre.
L’assunzione smodata e continuativa di questi alimenti può favorire
elevate concentrazioni di colesterolo e trigliceridi, insulina, glicemia, tali da far insorgere patologie quali obesità, ipertensione,
ipercolesterolemia, diabete, infarto e certi tipi di cancro.
Con ciò non voglio demonizzarne il consumo, infatti un loro
utilizzo saltuario non rappresenta un rischio per la salute.
E’ comunque constatato scientificamente che questi alimenti
non apportano nessun beneficio per la nostra salute; certo ci appagano a
livello mentale in quanto l’assunzione di un certo tipo di cibo è un modo per scaricare le nostre
emozioni, ma di
certo non migliorano il nostro benessere.
Purtroppo questa malsana abitudine non è appannaggio solamente dei più giovani, i
più sensibili a campagne pubblicitarie del settore, ma è diventata prassi comune anche negli adulti, che per motivi di lavoro vi fanno ricorso per risparmiare
tempo e denaro.
Sfortunatamente i costi sanitari per patologie derivanti da
cattive abitudini alimentari stanno assumendo proporzioni bibliche, ed infatti numerosi
governi di nazioni più sensibili verso queste problematiche, stanno attivando
politiche per disincentivare l’uso e l’abuso di questi alimenti.
E’ doveroso, ad ogni modo, promuovere iniziative per sensibilizzare i
consumatori, le famiglie, i genitori, per salvaguardare soprattutto i più piccoli; ormai da anni vi è un incremento esponenziale di obesità infantile, diabete e malattie cardiovascolari anche in età prescolare.
“La salute non è
tutto, ma senza salute tutto è niente.” (Arthur Schopenhauer)