Creata dal biochimico americano Barry Sears, la dieta a zona
si fonda sul principio dell’equilibrio tra i 3 macronutrienti principali:
carboidrati, proteine e grassi.
Secondo il suo inventore questo protocollo alimentare
favorisce una riduzione del grasso corporeo, evita i cosiddetti “attacchi di
fame” e predispone l’organismo in uno stato di efficienza fisica e mentale.
La strategia utilizzata è quella d’impedire variazioni
eccessive di zuccheri nel sangue e di favorire una produzione ormonale
ottimale.
Il controllo della glicemia è fondamentale per una buona
salute e mantenimento del peso: le sue
variazione improvvise possono attivare il sistema insulina-glucagone.
Questi due ormoni, prodotti dal pancreas, sono deputati al
controllo del livello di zuccheri nel sangue: più zuccheri più insulina, meno
zuccheri più glucagone.
Un improvviso innalzamento della glicemia provoca una
rilevante produzione di insulina che a sua volta può produrre una successiva
caduta di glicemia (ipoglicemia reattiva), con conseguente richiesta di
zuccheri, senso di fame, innescando un circolo vizioso.
L’insulina aiuta l’assorbimento degli zuccheri nelle cellule
dove una parte viene depositata come scorta energetica ma la restante parte, in
eccesso, verrà immagazzinata sotto forma di grasso.
Il glucagone è invece un ormone che interviene in caso di
scarsa quantità di zuccheri nel sangue: stimola il fegato a rilasciare il
glucosio e lo utilizza a livello energetico.
Assumere contemporaneamente carboidrati, proteine e grassi si
rileva una strategia più redditizia,
rispetto ad un pasto di solo carboidrati, in modo da ottenere quella
calma insulinica e quindi evitare sbalzi eccessivi di zuccheri nel sangue,
molto dannosi per la salute e la forma fisica.
Principio cardine della dieta a zona è appunto la presenza, ad ogni pasto e spuntino, di
carboidrati, proteine e grassi con la seguente proporzioni:
40% carboidrati
30% proteine
30% grassi
.
Si parte dal mero calcolo delle proteine necessarie al
fabbisogno giornaliero in base alla percentuale di grasso corporeo, alla
percentuale di massa magra, all’attività lavorativa e fisica svolta.
Una volta stabilito il quantitativo proteico si può
determinare le quantità di carboidrati e grassi sapendo che per ogni 7 grammi di proteine è necessario
inserire 9 grammi
di carboidrati e 3 di grassi.
Per agevolare l’utente è stato ideato il sistema a blocchi
in cui 1 blocco di carboidrati è formato da 9 grammi di glucidi, 1
blocco di proteine da 7
grammi delle stesse e 1 blocco di grassi da 3 grammi di lipidi
Il sistema si base sulla proporzione del 1:1:1 in cui devono
essere presenti tutti i blocchi contemporaneamente nella stessa misura; naturalmente
il tutto è da personalizzare in base alle esigenze del soggetto.
In merito al tipo di alimenti da utilizzare l’autore
consiglia per quanto riguarda le proteine di preferire le carni magre, albume,
pesce, formaggi magri; per i carboidrati preferire verdura, ortaggi, frutta e
avena e per i grassi frutta secca e olii.
Questo regime alimentare, naturalmente, può non essere
adatto a tutti, cmq rappresenta un modello di alimentazione completa e salutare
e spesso rappresenta una soluzione a livello estetico e prestazionale.
A voi la scelta...