
Per ottenere ciò è fondamentale stimolare tutta la
muscolatura in modo uniforme ed in base alle proprie caratteristiche
morfologiche.
A volte, sfortunatamente, occorre privilegiare alcune aree
muscolari rispetto ad altre per contrastare evidenti deficit o limitare alcune alterazioni della colonna vertebrale.
Atteggiamenti, posizione, posture scorrette, vita sedentaria, possono determinare uno squilibrio muscolare e favorire un
adattamento delle ossa della schiena.
Si definisce paramorfismo un adeguamento delle fisiologiche
curve della colonna in assenza, però, di vere e proprie alterazioni vertebrali;
Si definisce, invece, dismorfismo una deviazione vera e
propria della colonna vertebrale.
Ovvio che in presenza di un dismorfismo è doveroso
l’intervento di medici e tecnici specializzati; ma se la questione riguarda
modificazioni lievi della postura, dovuti a posizione inconsuete o debolezza di alcuni
gruppi muscolare, ecco allora che l’operatore della palestra può intervenire
quantomeno a livello precauzionale (preventivo) e cmq, di fatto, per non
peggiorare la situazione, con l’obiettivo di migliorare la condizione a lungo
termine.
I casi più comuni in palestra sono l’ipercifosi e
l’iperlordosi.
Oggi ci concentriamo sull’ipercifosi con il suo classico
atteggiamento di spalle e dorso curvo in avanti molto comune oggigiorno; può
essere causato da una carenza di movimento, da posizioni di studio o lavoro
scorrette, dalla debolezza o ipertonicità di alcuni muscoli, dalla pratica di
alcune discipline sportive, ecc ecc.
Premessa indispensabile è la conoscenza da parte
dell’istruttore di sala pesi dell’origine, inserzione e azione dei
gruppi muscolari interessati e le relative leggi sulla contrazione muscolare.
L’obiettivo è
ottenere una minor trazione da parte dei muscoli intrarotatori a livello
scapolo-omerale che favoriscono la
chiusura in avanti, attraverso un lavoro
di allungamento muscolare e di stretching, permettendo cosi ai muscoli extrarotatori omerali, lavorati in
accorciamento, di tirare indietro le spalle ed il dorso, ed ottenere una
postura più rettilinea ed elegante.
Si eserciteranno i muscoli extrarotatori dell’omero e
adduttori delle scapole come il trapezio( fasci medi), sovraspinoso,
sottospinoso, piccolo rotondo, capo lungo del tricipite e deltoide
posteriore, utilizzando esercizi come le
croci a 90°, gli shrugs, il pulley a presa larga al torace, estensioni del
braccio al cavo alto, extrarotazione dell’omero con manubri e cavi, con una
esecuzione in allungamento incompleto e contrazione completa.
Parallelamente andremo ad agire e quindi ad allungare i
muscoli intrarotatori dell’omero come il gran dorsale, gran pettorale,
deltoide anteriore, capo lungo del bicipite, grande rotondo, sottoscapolare
utilizzando esercizi come le croci piane, panca piana con bilanciere a presa
larga verso la gola, lat machine dietro, pullover, curl manubri panca inclinata
con una esecuzione in allungamento completo e contrazione completa.
Simultaneamente a questa azione di condizionamento muscolare
sarà affiancato un regolare e costante lavoro di stretching a livello globale,
che vada ad interessare intere catene muscolare e non singoli distretti del
corpo.
Quando si entra in una palestra sarebbe doveroso effettuare
quantomeno una piccola anamnesi posturale e capire le proprie caratteristiche
morfologiche; spesso la mancanza di risultati e quindi l’abbandono
dell’attività sono causati da programmi non adatti alle propria fisionomia.
La presenza di uno squilibrio, sproporzione e disarmonia
muscolare possono causare atteggiamenti e adattamenti che influenzano la
propria capacità di sviluppare forza ed un regolare accrescimento muscolare,
andando oltretutto ad influenzare negativamente l’esecuzione degli esercizi
senonchè la sicurezza del gesto stesso.
Come sempre a voi la scelta, ma attenzione, affidatevi sempre a
personale serio e competente.